Castello Svevo, Termoli
La storia
Il Molise, “terra di castelli”poiché ripetutamente coinvolta in vicende storiche che hanno lasciato tracce evidenti sul territorio, trova nella rocca di Termoli una splendida testimonianza del periodo di dominazione normanna, avvenuta a partire dal 1061, quando, con Roberto I, la città apparteneva alla contea di Loritello. Furono i Normanni, infatti, a edificare un palazzo all’interno delle mura della città, rico- struendo un torrione (con funzione di vedetta sul mare Adriatico) di epoca longobarda e inserendolo in un sistema difensivo più ampio. Nel XIII secolo Termoli fu incorporata nel grande impero di Federico II di Svevia. Alcuni documenti rife- riscono che, a seguito del saccheggio veneziano della città avvenuto nel 1240, il castello appariva gravemente danneggiato e bisognoso di cure; Federico II ne ordinò la ricostruzione nel 1247, come recitava una lapide, oggi scomparsa, ma trascritta nell’Ottocento: per questi motivi il castello viene definito “svevo”. Era il fulcro di un più ampio sistema di difesa, costituito da un robusto muro che cingeva l’intero perimetro della città e da diverse torrette merlate, di cui una si è conservata intatta all’ingresso del Borgo antico. Ciò che si vede ora è il risultato di trasformazioni e adattamenti anche sostanziali, dovuti a mutamenti di funzioni nel corso dei secoli e alla perdita delle prerogative militari originarie, in concomi- tanza con l’introduzione delle armi da fuoco; ma è anche ciò che resta di un com- plesso sistema di fortificazioni snaturato dalla perdita di alcuni elementi caratterizzanti, nonché dall’espansione urbanistica soprattutto degli ultimi due secoli. Numerose ristrutturazioni, tra cui quella all’indomani del terremoto del 1456 o quella dopo l’incursione turca del 1566 e i pesanti interventi avvenuti nell’Otto- cento e dopo la seconda Guerra Mondiale, ci restituiscono oggi un monumento sicuramente mutato nell’aspetto originario, ma non certo privo di fascino.
Il Castello
L’edificio è costituito da una base tronco-piramidale munita di torrette cilindriche agli spigoli e sormontata da una torre parallelepipeda di minori dimensioni. Sul lato nord è visibile l’avancorpo dell’antico ponte levatoio, che fungeva da in- gresso. L’apparato murario è formato da blocchi di pietra sbozzata grossolanamente, mentre per le cornici i porte e finestre sono stati utilizzati mattoni, alter- nati a conci squadrati. Il modello a cui si fa più frequentemente riferimento per il castello di Termoli è il palazzo che Federico II fece costruire a Lucera, in Puglia. La sagoma del torrione sovrapposto a una base troncopiramidale più larga è riscontrabile in pochi casi (Arpaia, Adrano, Calascio, Tertiveri e Lucera sono i più noti). Non è da escludere che le quattro torri angolari siano un’aggiunta successiva agli interventi postsismici del 1456. Degli elementi funzionali sopravvivono resti di impianti idraulici, cisterne, gallerie di servizio, tracce del meccanismo del ponte levatoio e vani residenziali, mentre gli elementi militari consistono in una ricca casistica di feritoie. Il corpo superiore del castello, i cui vani interni sono stati trasformati negli anni Venti del XX secolo, si sviluppa invece su tre piani più la terrazza. All’esterno, sul lato dell’ingresso, sono stati riportati in luce due tratti mu- rari probabilmente ascrivibili alla cinta federiciana, forse con funzione di batti ponte, elemento fisso sul quale poggia il bordo esterno del ponte levatoio abbassato. Nel 1799 i Borboni utilizzarono la cisterna inferiore del castello come carcere, per rinchiudervi circa 300 termolesi vittime della repressione della rivolta popolare sostenuta dagli ideali giacobini. Alcuni disegni a carbone scoperti di recente sulle pareti interne della cisterna potrebbero essere attribuibili a quel pe- riodo.
I restauri
Nei primi decenni del Novecento furono realizzati lavori di consolidamento sia alle mura sia ai bastioni. Presso l’Archivio di Stato di Campobasso sono conser- vati alcuni fascicoli che documentano tali interventi: il muraglione di pietrame, pe- ricolante a causa dell’azione delle mareggiate, fu consolidato una prima volta nel 1928 e successivamente negli anni 1933 e 1937- 40. In tale occasione fu previsto anche il prolungamento della scogliera, per una migliore difesa dalla cor- rosione delle mareggiate.
Dal 1885 il Castello di Termoli è stato annoverato tra i monumenti nazionali ed è stato designato museo storico regionale, diventando più che mai l’icona della sua città, posto al centro di numerosissime iniziative artistiche e culturali.
Fonte http://www.fondoambiente.it/upload/oggetti/Castello_Svevo_Termoli.pdf